Domanda:
ma qual'è la pianta piu velenosa che si conosca per l'uomo?
the_alchimist_of_sun
2006-10-03 11:45:41 UTC
ma qual'è la pianta piu velenosa che si conosca per l'uomo?
Dieci risposte:
2006-10-03 13:11:19 UTC
La miscela delle streghe era costituita da 5 piante velenosissime: Atropa belladonna, Giusquiamo, Mandragola, Stramonio e Cicuta. Le streghe dopo aver preparato questa miscela la bevevano e volavano sulla scopa. In effetti, in dosi bassissime questo mix provoca la classica allucinazione da volo, proprio per questo le sedicenti streghe dopo essersi drogate dicevano di volare sulla scopa. Erano allucinate. Non ci provare, tutte e cinque le piante anche se prese singolarmente e in piccole dosi portano alla morte. Ciao.
?
2006-10-03 19:06:58 UTC
La dieffenbachia



Architetti e arredatori consigliano molto spesso per la decorazione di appartamenti e uffici pubblici questa essenza elegante, dalla crescita rapida, che con il rigoglioso fogliame screziato e il portamento compatto risolve, da sola, ogni problema d'arredamento. La sua adattabilità e la sua resistenza in ambienti confinati e la sua luminosa bellezza spiegano la preferenza che le viene sempre più spesso accordata come elemento decorativo, in tutta Europa. Le nuove cultivar nascono sempre più frequentemente nelle floricolture specializzate. In occasione dell'esposizione Floromat Business, il 24 novembre 96, l'Euganea Floricoltori, la nota cooperativa di produttori floricoli di Galzignano Terme (Padova) ha presentato la Dieffenbachia "Tropic Marian", una nuova cultivar, protetta da brevetto internazionale, e risultato di una ricerca statunitense. Anche se nata sotto il sole della California, per più di due anni le sue caratteristiche sono state testate in Italia, per assicurarsi che sia perfetta anche per il nostro clima. La sua moltiplicazione è vietata e le norme per la sua coltivazione vengono indicate nei parametri principali, consistenti in una temperatura ambientale che deve essere mantenuta intorno ai 26°C, una umidità relativa di circa il 70-80%, e una luminosità abbondante, ma diffusa. Ma quali sono le caratteristiche più notevoli di «Marian»? Il considerevole sviluppo dell'apparato radicale le dona un aspetto vigoroso, un fogliame largo, dal colore giallo brillante, bordato da un margine verde intenso. Ma la caratteristica più importante è la sua resistenza agli agenti patogeni e alle fisiopatie in coltivazione, a cui si abbina una eccezionale resistenza anche in appartamento, che permette di non preoccuparsi più che tanto di malattie e virus, godendo con tranquillità della splendida valenza decorativa. Quello che non tutti sanno è che la Dieffenbachia possiede la capacità di depurare gli ambienti dalle sostanze nocive, sprigionate da materiali edili sintetici o da prodotti usati normalmente per la pulizia degli appartamenti. Benzene e tricloro di etilene, a lungo andare, danno allergie e altri sintomi non sempre facilmente relazionabili a queste cause, non ancora ben conosciute. Anche la stanchezza cronica o una sensazione diffusa di malessere possono essere imputati alla presenza di sostanze volatili che rimangono a lungo negli ambienti e incidono sulla salute, senza che si riesca a trovare una causa specifica.



La Nasa, Ente Aerospaziale Americano, ha effettuato, per più di dieci anni, ricerche che hanno permesso di dimostrare le capacità depurative di alcune piante che riescono a trattenere ed assorbire queste sostanze tossiche, di cui raramente ci si accorge, mantenendo l'aria pulita e ossigenata.

La Dieffenbachia è risultata una delle essenze più efficaci, filtrando, con la grande superficie del fogliame, una notevole quantità d'aria, contribuendo quindi a riossigenarla velocemente, mantenendola pura.

Il genere Dieffenbachia comprende una trentina di specie, appartenenti alla famiglia delle Araceae e originarie delle foreste tropicali del Centro e sud America, tutte caratterizzate da foglie carnose e ovali, a volte cuoiose e lucidissime, una particolarità che rende ancora più evidente il disegno fogliare che, nelle specie tipiche, si staglia su uno sfondo verde cupo, conformandosi in screziature irregolari bianco avorio, giallo chiaro o verde tenero. La sua fama però non è relativa solamente alla sua bellezza, dato che nei paesi in cui nasce spontanea era consacrata agli spiriti del male. Gli aborigeni del Perù, della Colombia e del Costarica conoscevano bene le sostanze tossiche e nocive che la linfa contiene e avvelenavano le frecce immergendo le punte in un succo ricavato dalla spremitura degli steli. Pozioni velenose, sempre preparate con la linfa della Dieffenbachia, erano usate per le esecuzioni capitali e l'effetto, sicuramente mortale, era lungo e doloroso. La specie più velenosa è la D. Seguine chiamata anche la "pianta del muto", perché basta che le mani, che hanno toccato la linfa, vengano a contatto con le mucose della bocca per provocare una atrofia progressiva, che produce la perdita della parola, per diversi giorni. Questa specie non è praticamente coltivata per la sua tossicità, anche se le numerose ibridazioni e la lontananza dalla patria d'origine hanno attenuato molto i pericoli derivanti dal contatto con la linfa. E' bene però sapere che la bella Dieffenbachia è una pianta nociva ed è meglio prendere opportune precauzioni nei momento in cui si desidera procedere alla moltiplicazione. La defogliazione basale è una caratteristica della specie e quindi prima o poi è necessario recidere il tronco, ricavando talee dal facile attecchimento. Proteggere le mani con due guanti di gomma, lavandole poi accuratamente con del sapone, alla fine delle operazioni, è sempre consigliabile. Anche quando si tolgono foglie danneggiate è bene controllare che l'epidermide, se non protetta da guanti, non presenti escoriazioni o ferite, in soggetti particolarmente sensibili, si può avere una reazione allergica, accompagnata da dolore e gonfiore. E' coltivata invece una mutante spontanea della D. Seguine, conosciuta col nome di Maroba una cultivar solitamente di grande taglia, dal fogliame molto espanso che, se posta in posizione molto luminosa, raddrizza i piccioli, ponendo le foglie in posizione orizzontale, aumentando notevolmente il proprio volume in larghezza. E' quindi indicata per grandi ambienti poiché ogni foglia è lunga circa 40 cm e larga in proporzione. Le dieffenbachie, così chiamate in onore di J.F. Dieffenbach, responsabile dei favolosi giardini imperiali di Vienna, preferiscono posizioni molto luminose, la luce intensifica il disegno fogliare e i contrasti dei colori che vanno via via smorzandosi fino a scolorirsi del tutto in sua mancanza.



Questa essenza non ama essere spostata e quindi è bene scegliere subito una collocazione adeguata, lontana da fonti di calore e dai raggi diretti del sole, che provocano ustioni sul fogliame. La posizione ideale è vicino ad una finestra, protetta da un tendaggio leggero e trasparente. Una temperatura di 18-21°C è la condizione migliore per la sua prosperità, temperature più fredde provocano marciumi al fogliame e al fusto, portando lentamente l'apparato radicale a deperire, anche se in climi particolarmente miti, in cui la temperatura non scenda mai sotto i 12°C, la Dieffenbachia può vivere all'aperto. Frequenti irrorazioni fogliari sono necessarie a contrastare l'aria secca degli appartamenti o il calore estivo, queste piante infatti vivono naturalmente con una umidità relativa pari all'80%. Anche le annaffiature devono soddisfare il notevole bisogno idrico della pianta, ma il terriccio pur mantenuto umido, non deve trattenere ristagni d'acqua intorno alle radici; l'ingiallimento fogliare e il deperimento della vigoria vegetale dipendono spesso da marciumi radicali. Se ben ambientate e ben curate le dieffenbachie producono spesso una quantità di fogliame tale che il pur grosso tronco non riesce a reggerne il peso, spezzandosi alla base. Le capacità rigenerative sono però eccellenti e sia la talea apicale che quelle di fusto, produrranno presto nuovi esemplari.

Anche il vecchio tronco, spezzato, lasciato indisturbato nel suo vaso, emetterà nuovi germogli, sarà sufficiente reciderne una porzione con una lama ben affilata, pareggiandolo e attendendo poi la cicatrizzazione della ferita. La cocciniglia e gli afidi possono essere dei nemici da combattere, ma solitamente i lavaggi frequenti sono sufficienti a tenerli lontano.

Molto diffusa è la varietà «Excellent» per il colore avorio delle lamine superiori, interrotto da irregolari macchie verde cupo, come il bordo fogliare. Qualunque sia la cultivar scelta comunque si avrà la certezza di avere ottimi risultati per un lungo periodo di tempo.
osco il losco
2006-10-06 22:20:51 UTC
certe ricerche fatte su internet sono proprio risibili ti assicuro che ho potato e fatto talee di decine di piante di diefenbachia e non sono affatto velenose e per i "fagoli"di ricino conosco persone che li hanno mangiati e hanno un forte effetto purgativo ma nn la morte INvece ho sentito dire di casi di tentato suicidio bevendo un decotto di foglie di oleandro
mmm
2006-10-04 13:46:06 UTC
come si fa a stilare una graduatoria?nel mondo vegetale sono tantissime e parimenti pericolosissime' anche quelle che a noi sembrano innocue e addirittura, moderatamente usiamo come il prezzemolo
~ Kevin ~
2006-10-04 11:20:21 UTC
E' l' Aconito.

Generalmente conosciuta come la pianta più velenosa d’Europa, (Aconitum napellus)
polveredifata2002
2006-10-03 21:59:18 UTC
Ciao... specifichiamo, del ricino ciò che è velenoso è il tegumento, cioè la pellicina sottilissima che lo riveste, 3 semi causano morte.... ma l'olio di ricino viene ottenuto per spremitura a freddo di semi spellati...

in natura ci sono moltissime piante tossiche, scieglierne una è difficile, basterebbe saperle usare... tutte quelle conteneti alcaloidi sono attive a concentrazioni bassississisiimissimissime.... ma passano velocemente dal lato del medicinale a quello del velenooo... digitale per la cura del cuore non più di 3 giorni di file 0.3 mg, se sbagli addio...
marco m
2006-10-03 20:26:24 UTC
In Europa, se ti riferisci ad arbustacee o alberi molto probabilmente il ricino, se ti riferisci ai funghi, l'amanita falloide e quella panterina
Lait
2006-10-03 19:24:29 UTC
è il seme di fagiolo castoro. con 1 o 2 semi mangiati si muore. i semi contengono ricine,che blocca le cellule dalla loro produzione di proteine,così le cellule che non producono le proteine muoiono portando la morte della persona. La pianta nasce nell'Africa dell'est ma si sta diffondendo in tutto il globo,anche nei parchi delle città.

il ricine è una parte prodotta dalla mistura lasciata dall'olio del fagiolo castoro e può essere usata per avvelenare le persone. 500 microgrammi(appena quanto una capoccia di spillo) inalati o iniettati uccidono una persona.

In afganistan sono state trovate caverne di ricine :)



possibili consigli:

1. NON ESISTONO ANTIDOTI,QUINDI EVITA IL CONTATTO.

2. SE SEI ESPOSTO,LASCIA L'AREA IMMEDIATAMENTE E PRENDI ARIA FRESCA.

3. TOGLI I VESTITI SE SEI ESPOSTO AL RICINE E BUTTALI VIA LONTANO DA TE.

4. LAVATI SUBITO CON ACQUA E SAPONE IN QUANTITà ABNORME.

5. SCIACQUATI GLI OCCHI PER 10 -15 MINUTI SE NON CI VEDI O LA TUA VISTA è OFFUSCATA.

6. CHIAMA IL PRONTO SOCCORSO.



Una foto del fagiolo(non del seme): http://images.usatoday.com/tech/_photos/2006/03/21/aprilcastorbeans180.jpg



Spero di essere stato utile.
lelebattiston
2006-10-03 19:01:45 UTC
E' questa:



Famiglia

Umbelliferae



Nome volgare

Cicuta acquatica
assenzio-blu
2006-10-03 18:59:01 UTC
di sicuro NON LA GANJA !!!!! :)))))))))


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
Loading...